ARRIVEDERCI SISTER ANGEL

Un affettuoso ricordo
di Mario Dometti

Ho il viso rigato da una lacrima; non me ne vergogno.
Ho appena saputo che Suor Angiolina (sister Angel come affettuosamente la chiamavo), una persona alla quale, credetemi, ho voluto veramente bene, se n’è andata per sempre e con lei si è dissolta una parte importante della mia gioventù e non credo solo della mia.

"Disfatto, sparito, senza chiedere il permesso, il mio teatrino è finito!
No non è finito, è nel cuore dei bimbi, delle ragazze, delle signorine e dei genitori, che partecipando alla gioia e alla agitazione della notte antecedente il debutto si facevano bimbi coi bimbi. Il bello è che terminata la recita, tutti si riversavano nella scuola a complimentarsi con i bambini, con un entusiasmo indescrivibile. Insomma, era veramente una festa. I genitori del paese e altri amici erano qui all’Oratorio a godere la gioia dei loro figli…”
Così “Suor Angiolina”, al secolo  Francesca Mariani con il cuore colmo di tristezza prendeva atto della trasformazione del suo teatrino con annessa sala per cucito e ricamo, in sala giochi. Nel suo dolcissimo scritto tratto dagli archivi del Porto di alcuni anni fa, traspare certamente malinconia ma vi è anche la consapevolezza che, comunque, quell’ambiente resterà un ricordo profondo e durevole nella mente di tante persone (io fra queste); nel teatrino si sono infatti trascorsi momenti intensi di gioia, di letizia e semplicità: parole queste così difficili da trovare nel policromo vocabolario dei giovani di oggi.

Credo che non meno di un migliaio tra ragazzi e ragazze (sicuramente più ragazze) abbiano calcato il mitico palcoscenico delle Suore e partecipato agli spettacoli diretti da Suor Angiolina. Immancabilmente a Natale o alla festa della mamma nel suo teatrino, composto da un piccolo palcoscenico e da una piccola platea (conteneva non più di un centinaio di persone) ma sorretto da un entusiasmo coinvolgente, i genitori si accalcavano per ammirare i bambini esibirsi, ma anche per trascorrere con serenità e spensieratezza alcune ore nella classica atmosfera che Suor Angiolina sapeva creare e trasmettere in modo straordinario.La platea si arricchiva delle medesime persone che anni prima avevano debuttato sullo stesso palcoscenico.

Un’esistenza la sua, vissuta nella incondizionata disponibilità alla Chiesa e al mondo con solo scopo: lavorare per la gloria di Dio.
Le bimbe, le giovani, non mi hanno mai invecchiata, anzi mi hanno aiutata a rimanere giovane, come una forza che non è mia: me l’hanno trasmessa loro, le mie attrici, ecco perché sul mio volto non c’è una ruga. Posso dire che ho passato lunghi anni con la gioventù e ringrazio tanto il Signore di questo dono.
La sua carità operosa, il suo zelo, la sua fervida creatività uniti ad una non comune caparbietà riuscivano a dare risultati straordinari.

Entusiasmo sfrenato, come quello di Meulì - Bartolomea Capitanio-, la fondatrice dell’ordine che non si arrese mai nell’impegno verso le bambine da educare e guidare secondo i principi di umanità e di entusiasmo nell’affrontare la vita quotidiana.
Abbiamo anche bisticciato; come no! Gli tenevo il muso per qualche giorno, ripromettendomi di non voler più collaborare con una …”despota” come lei, “Guarda che ti rimandiamo in Sicilia a Mazzara del Vallo in esilio” gli dicevo spesso, ma lei, Sister Angel riusciva alla fine a farmi fare quello che voleva (e credetemi, non è molto facile) sfoderando quel suo splendido e disarmante sorriso mi faceva capitolare su tutti i fronti.
Si sa la cocciutaggine fa parte delle virtù cristiane accanto alla speranza e alla certezza di andare avanti malgrado tutto e non mollare mai; da questo punto di vista io e suor Angiolina eravamo molto simili e quindi dalla competizione (spesso ci rubavamo di nascosto gli attori) siamo passati alla coproduzione.
Il compromesso storico che in quegli anni falliva inesorabilmente al governo, l’abbiamo realizzato a Sarnico io e Sister. Il “teatro di Suor Angiolina” e la “Crazy Company” hanno realizzato insieme agli inizi degli anni novanta il musicalMeulì una meta che diventa persona”, dando ognuno il meglio di loro stessi.
Così scrisse G.Bastista Ceri in un articolo sul Porto del 1992 “…la bellezza del costumi modellati secondo i tempi, uniti alla graziosità dei balletti dei bambini della scuola materna ed elementare è stato l’apporto migliore di Suor Angiolina. La professionalità di Mario è venuta alla ribalta nella stesura dei dialoghi e nell’intreccio della vicenda. Ne è risultato un musical allegro e gioioso ma intenso allo stesso tempo.

Un simpatico aneddoto, fra i tanti, stigmatizza la coscienziosità e l’estrema serietà con la quale preparava i suoi piccoli spettacoli. Era risaputo che la stessa oltre che regista, costumista, sceneggiatrice e coreografa, fosse anche suggeritrice; nel corso di uno spettacolo alcuni piccoli attori dovevano lavorare la terra picconando e zappando. Sister voleva rendere più realistica la scena e dalle quinte agli interpreti con la sua esile voce suggeriva incitandoli: “Dai faticate, …sudate …sudate” come se il sudore potesse colare copioso e a comando dai visi incipriati dei bimbi. Nemmeno Franco Zeffirelli sarebbe riuscito a tanto.

Ora suor Angiolina non c’è più, ha raggiunto la sua Meulì in una triste giornata di ottobre, però continuerà a vivere nei ricordi delle tante ragazze che con lei hanno cucito e ricamato, vivrà nella mente di tutti coloro che con lei hanno recitato, suonato e collaborato. Da parte mia sarà uno dei ricordi più dolci della mia vita ed al Natale credo che d’ora in avanti ci ricorderemo di lei. 
Quando le venne assegnato il S.Mauro d’oro l’accompagnai sul palcoscenico e alla fine della  premiazione mi disse: “Quanti ricordi!… belli e sorridenti. Il teatro è il modo più sano di trascorrere la giovinezza, quella vera, che non rattrista, ma rende sereni… Quando andrò in Paradiso, e la speranza è forte, troverò ancora Angeli e Angioletti coi quali cantare, ballare e recitare. La Madonna sarà la mia aiutante, Gesù lo scenografo e il Padre Eterno il musicista.”
Ciao Sister Angel, non ti dimenticheremo mai. Il tuo “teatrino” non è sparito e nemmeno finito, rimarrà sempre in noi.

Ah dimenticavo, con i tuoi nuovi collaboratori celesti cerca di essere un po’ …più tollerante.