2007 "SCIOR, PICAPREDE E PESCADUR"
DIECI SECOLI DI MEMORIE RACCONTATI IN PIAZZA
E LA CRAZY COMPANY F.D.J. C'ERA
UN EVENTO STRAORDINARIO
in un palcoscenico a scena aperta
Benedetta Dometti (Crazy COmpany) nella scena dei fatti della Sebina - Toccante interpretazione
“Scior, picaprede e pescadur”, ovvero mille anni di storia attraverso lo sguardo benevolo di San Mauro, patrono di Sarnico è il tema della straordinaria e grandiosa rappresentazione teatrale che si è tenuta domenica 14 gennaio a partire dalle 17, nella storica Piazza XX Settembre di Sarnico.
Il progetto, nato dalla volontà dell’Aministrazione Comunale e dalla Parrocchia di rinnovare la Sagra di San Mauro con un evento di teatro popolare e storico, è patrocinato e sostenuto dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Bergamo e dalla Fondazione della Comunità Bergamasca.
Ideato, scritto e diretto da Silvia Barbieri, regista, drammaturga del Teatro Prova di Bergamo, lo spettacolo si articolerà nelle vie e nella piazza XX Settembre, rendendo la città lacustre un grande palcoscenico a scena aperta grazie anche alla suggestive architetture di luci create appositamente dal regista Oreste Castagna, supportato da Clay Paky, esperta nell’allestimento di eventi e spettacoli a livello internazionale. I costumi sono stati ideati dallo scenografo Alfonso Andreoli.
La tradizionale ricorrenza di San Mauro, la cui statua lignea è conservata nella settecentesca parrocchiale, diventa il contesto per un allestimento che coinvolge circa quattrocento cittadini, come attori, danzatori, cantanti, musicisti, costumisti, sarti, attrezzisti e macchinisti. Un’intera città al lavoro per raccontare leggende, credenze, fatti veri di cronaca che hanno interessato nei secoli Sarnico e il Sebino, terra di pescatori, di scalpellini, di signori.
Attraverso il teatro s’intende creare un evento che dia risalto alla figura del Santo Patrono, soprattutto valorizzando il bisogno di perpetuare un momento comunitario, attingendo da una parte alle poche e confutabili fonti storiche, e dall’altra alla cultura e all’immaginario popolare che ogni anno unisce l’intera comunità in una grande festa religiosa.
Le rappresentazioni legate alle vite dei Santi, in auge nei secoli scorsi rappresentavano un rito profondamente sentito da laici e religiosi per condividere insieme il senso dell’eccezionalità dell’uomo, del suo misterioso apparire sulla scena del mondo, dell’amore verso l’altro, della sua responsabilità nei confronti della natura e dei propri simili. La festa rappresenta un momento di incontro con un desiderio di gratitudine, di relazione, di scambio, di condivisione.
San Mauro, interpretato dall’attore Max Brembilla, approda alla sponda del lago su uno storico “naet”, per dare voce e gesto alle innumerevoli vicende che si sono susseguite dall’anno mille fino ai nostri giorni, nelle quale è stato protagonista soprattutto il popolo: i mestieri della piazza medioevale, i pescatori e le restrizioni sulla pesca, la nascita del mercato e il rapporto con Venezia, la peste, le cave di pietra e gli scalpellini, i burattini dalla testa di pietra , il passaggio dei Garibaldini, la bellezza dell’architettura Liberty, l’emancipazione femminile e i lo sciopero della Manifattura Sebina.
La scenografica piazza lambita dall’acqua del lago si anima di cantastorie, di giullari, saltimbanchi e mangiafuoco, di reti e barche a remi illuminate che viaggiano sull’acqua, di scalpellini, di maschere, di carretti e bancarelle, di danzatrici e di donne in bicicletta. Ci sono tutti: le danzatrici della “Enjoy Dance” di Cristina Zatti, gli attori della “Crazy Company for don John”, i bambini della Scuola Materna “P.A. Faccanoni”, e del laboratorio teatrale della scuola elementare, i musicanti dello storico “Corpo Musicale Cittadino”, i coristi dei Cori “Effata e Il Castello”, i barcaioli di Clusane, la Guardia Civile, la Pro Loco….. e tanti appassionati cittadini. ’
La rappresentazione si conclude con l’epilogo di San Mauro sul tema della tolleranza e della pace: la memoria del passato alimenta il desiderio di rinnovata ospitalità e incontro di una città bellissima.. Sarnico gemma splendente del Sebino, canta la vecchia canzone. E sulle note della Banda, in un coinvolgente ballo di tutti, Sarnico dà l’appuntamento all’anno prossimo, alla prossima edizione.